Onorevoli Colleghi! - Uno dei parametri di civiltà e di sviluppo di un Paese è certamente l'attenzione che esso ripone alla salute psicologica dei propri cittadini e alla sua capacità di prendersi cura dei disagi e dei disturbi che investono la vita quotidiana dei cittadini e delle loro famiglie. I dati epidemiologici rivelano che in Italia, come in altri Paesi occidentali, circa una persona su cinque ha soddisfatto i criteri diagnostici per almeno un disturbo mentale nel corso della vita (fonte Istituto superiore sanità - ISS). Ma un disturbo psichico prima di diventare tale è stato per lungo tempo un disagio, per cui la salute psicologica dei cittadini non è solo intervento sulle malattie conclamate, ma anche prevenzione del disagio e promozione del benessere da realizzare attraverso:

          1) l'educazione alla salute;

          2) la prevenzione sociale e sanitaria;

          3) l'educazione al pensiero critico e all'evoluzione socio-culturale;

          4) l'educazione ai legami sociali e relazionali e alla loro qualità in ogni ambito della vita personale, familiare, lavorativa, sociale e politica.

      Nel diritto alla salute dei cittadini, la salute psicologica è stata fino ad oggi drammaticamente e incomprensibilmente trascurata dai nostri legislatori. Considerati gli incalcolabili costi sociali ed economici, diretti e indiretti, legati a questo ordine di problematiche a carico dei cittadini, delle loro famiglie e della collettività si è ritenuto opportuno presentare questa proposta di legge.

 

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      La salute psicologica è funzione di innumerevoli variabili in ordine a fattori individuali, familiari, sociali ed economici. È per tale ragione che si ritiene fondamentale il ricorso alla prevenzione, secondaria e terziaria, parallelamente all'ottimizzazione delle risorse e degli interventi per il trattamento e per la cura delle problematiche psicologiche e psichiatriche, attraverso il convenzionamento delle attività specialistiche di psicoterapia erogate dai laureati in psicologia e in medicina e chirurgia e abilitati alla psicoterapia successivamente alla specializzazione post lauream, come previsto dall'articolo 3 della legge n. 56 del 1989.
      Sulla base di quanto esposto, si evidenzia come la psicoterapia rappresenti non solo una risorsa nel caso di intervento e cura su disturbi conclamati, ma anche una preziosa attività preventiva in innumerevoli situazioni intermedie di disagio, oppure a rischio o ingravescenti, non compiutamente sfruttata dalla collettività.
      Le criticità che la presente proposta di legge intende affrontare sono sotto gli occhi di tutti.
      Da ricerche condotte in vari Paesi, compresa l'Italia, è emerso che nel corso di un anno solo il 2,0-2,5 per cento della popolazione adulta viene trattato dai servizi psichiatrici pubblici o privati. Si rivela di fondamentale importanza sottolineare che circa il 20-25 per cento della popolazione soffre in un anno, almeno una volta, di un disturbo mentale, ma soltanto il 10 per cento delle persone colpite approda ai servizi specialistici (fonte ISS).
      L'Organizzazione mondiale della sanità ha ripetutamente posto in luce la necessità di proporre interventi psicoterapeutici nei programmi di politica sanitaria. Gli studi internazionali dimostrano l'efficacia della psicoterapia relativamente alle condizioni di disagio psichiatrico e psicologico, individuale e familiare, e in molte altre situazioni di sofferenza, come le depressioni, i disturbi del comportamento alimentare, i disturbi d'ansia, i disturbi di personalità, le dipendenze patologiche, l'abuso e il maltrattamento, i disagi e le problematiche delle famiglie, i disagi e i disturbi infantili e adolescenziali, la prevenzione dei suicidi eccetera.
      Il trattamento delle psicopatologie, oltre agli usuali presìdi farmacologici che da soli non costituiscono una esaustiva cura, così come evidenziato dalla letteratura scientifica internazionale, necessita di azioni complementari di tipo psicoterapeutico individuale, familiare e di gruppo.
 

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